Un Maestro samurai, durante un lungo viaggio con il suo fedele discepolo, stava attraversando una foresta a piedi quando vide in lontananza un misera casa, e decise di fermarsi per una breve visita. Durante la passeggiata stava spiegando al suo apprendista l’importanza di incontrare le persone, di aprirsi a nuove esperienze, e di quale grande opportunità di apprendimento si potesse ottenere.
Non appena si avvicinarono alla casa, notarono subito l’estrema povertà in cui vivevano i suoi abitanti, una coppia con tre bambini. Erano vestiti con abiti laceri ed erano scalzi. La casa era poco più che una baracca di legno…
Nonostante questo, i forestieri vennero accolti gentilmente e invitati a riposarsi presso di loro.
Nel pomeriggio il samurai si avvicinò al padre di famiglia, e gli domandò: “In questo luogo remoto, come fate a sopravvivere?”
L’uomo rispose: “Mio caro amico, abbiamo una mucca che ci permette di avere diversi litri di latte al giorno. Una parte del prodotto lo vendiamo o scambiamo per altri prodotti alimentari nella città vicina, e con il resto produciamo formaggi per il nostro consumo. Questo è il modo in cui riusciamo a sopravvivere“.
Il saggio rimase in silenzio ad assimilare queste informazioni, e contemplò la casa e lo stile di vita della povera famiglia. Poco dopo, salutò i suoi abitanti e si mise di nuovo in marcia con il suo discepolo.
A metà del tragitto, si rivolse al giovane e gli ordinò: “Si sta facendo sera, vai a prendere la mucca nella stalla, e senza che nessuno se ne accorga, portala al di là delle montagne dove non potranno mai più ritrovarla! Io ti aspetterò al prossimo villaggio.”
Il giovane, spaventato, guardò il maestro e gli ricordò che la mucca era l’unico mezzo di sostentamento di quella famiglia. L’insegnante rimase in silenzio e il discepolo, abbattuto, si mise in moto per obbedire agli ordini del suo maestro.
Trovò la mucca, la condusse al di là delle montagne e la abbandonò in una pianura all’interno di un bosco (la mucca trovò casualmente un toro e visse felice e contenta, ma questa è un’altra storia e verrà raccontata un’altra volta… 😉 ). Gli ci vollero 5 giorni per tornare a ricongiungersi al suo Maestro lungo la strada…
Passarono gli anni, ma questa storia restò incisa nella memoria del giovane che non riuscì mai a dimenticarla. Un bel giorno, travolto dal senso di colpa decise di lasciare tutto e di ritornare a vedere come stava la famiglia. L’idea era quella di confessare quello che era successo per chiedere perdono e offrire il suo aiuto.
E così fece. Mentre si avvicinava al luogo dove sorgeva la misera baracca, si accorse che tutto era molto bello, con alberi in fiore, una bella casa con un carro davanti alla porta e alcuni bambini che giocano in giardino. C’era un mulino a vento, un orto e un frutteto e un laboratorio… Tutte cose che prima non c’erano.
Il giovane era triste e disperato immaginando che quell’umile famiglia avesse dovuto vendere ad altri la sua terra per sopravvivere. E che era stato proprio lui l’artefice della loro disgrazia!
Affrettò il passo e fu accolto da un uomo molto gentile, ben vestito e sorridente. Il giovane chiese notizie dalla famiglia che abitava in quelle casa circa quattro anni prima, e l’uomo rispose che la casa era appartenuta sempre a loro. Il ragazzo allora riconobbe in quella persona felice l’uomo spento che aveva incontrato anni prima… Fu invitato ad entrare in casa ed ebbe la conferma che era la stessa famiglia che aveva visitato già con il suo maestro, anche se a prima vista, non l’aveva riconosciuta.
Visti i cambiamenti, il giovane fece i complimenti e ricordò loro che qualche anno prima li aveva incontrati quando era passato da quelle parti con il suo Maestro. Non potendo frenare la sua curiosità, chiese allora all’uomo: “Come ha fatto a migliorare questo posto e migliorare così tanto la sua vita?”
Con grande entusiasmo l’uomo rispose: “Avevamo una mucca che ci permetteva di sopravvivere, ma che improvvisamente è sparita. Da quel momento abbiamo avuto la necessità di fare altre cose e di sviluppare altre competenze. Così abbiamo tirato fuori energie insperate e talenti che non sapevamo di avere, e abbiamo ottenuto il successo che vede in questo momento!”
MORALE DELLA FAVOLA E NOTE TECNICHE…
Un breve memo su questo post…
Recentemente mi sono imbattuta in diverse storie di vita reale che mi hanno ricordato la storia della Mucca, tipicamente un licenziamento non voluto (ma esa-sperato) che ha costretto la persona ad abbandonare la sicurezza deprimente di un posto fisso pagato anche male per un’altra attività e nuove esperienze.
Insomma, una mucca che permette di sopravvivere ma non di vivere, che perdere diventa decisamente una benedizione. Non tutto finisce bene al primo tentativo, ma il nostro compito è provarci, provarci, provarci e non accontentarci finché non realizziamo la nostra Mission.
Però a me la storia della mucca ammazzata che gira in varie formule sul web non mi ha mai convinto, e non mi è mai piaciuto raccontarla. Denota poca sensibilità e una buona dose di antropocentrismo. E certo non abbiamo alcuna necessità di storie che perpetrino crudeltà contro gli animali. Perché se siamo ciechi verso le sofferenze degli animali, alla fine, siamo ciechi anche verso noi stessi (e l’Emergenza Climatica in atto lo dimostra!)
Ed è per questo che ho deciso di riscrivere la Storia della Mucca in versione cruelty free. Il senso non cambia.
Un’altra piccola riflessione…
Il Maestro Samurai e il giovane sono in giro per aprirsi al mondo e alle esperienze. E anche la famiglia, accogliendo benevolmente gli ospiti dice inconsciamente “sì” al confronto.
Anche questa è una lezione cruciale. Dire “sì”, non chiudersi davanti ai problemi o irrigidirsi nelle proprie convinzioni, non lasciarsi travolgere dalla routine, ma esplorare nuovi modi di vivere e di pensare.
Questo è il mio anno del sì, uno “YES YEAR” in cui Leonardo ed io stiamo uscendo notevolmente dalla nostra Area di Confort e viaggiando in nuovi mondi. Sorprendentemente vicini.
Perché come dice il grande Picard (parafrasando Voltaire): “Non lasciare che la perfezione diventi nemica del bene!”
E sono molto contenta.
Lanciamoci in nuove avventure anche prima di aver tutto pronto, anche prima di sentirci in grado, anche prima di… morire senza averlo mai fatto. Perché la perfezione non è di questo mondo, il coraggio invece sì!
Spero che la Storia della Mucca in chiave Peace & Love ti sia piaciuta e che ti aiuti a disfarti delle zavorre e volare liberamente verso la tua Mission dell’Anima!
Con affetto,
🙂
Viviana