Ho molto a cuore la libertà personale.
Autorità e tirannia mi hanno sempre esasperata, dietro qualsiasi forma si nascondessero.
Qui sul Pianeta Terra, noi esseri umani del 21° secolo sembriamo aver perso completamente il senno, investendo mesi di vita per lavorare e guadagnare soldi al fine di comprare a caro prezzo strumenti cibernetici, portarli sempre con noi, diventarne schiavi.
E sento che dietro tutto questo c’è una grande ingiustizia: una castrazione mentale ed emotiva socialmente accettata.
Credo sia arrivato il momento di demolire un Sistema assurdo, spezzare gli automatismi inconsapevoli, agevolare il Risveglio, contribuire a elevare il livello della coscienza umana.
Con la scusa della COMODITA’ (ma quando mai la comodità è stata motore dell’evoluzione? 😉 ) abbiamo accettato di vivere la nostra vita mediata da una Collettività pilotata da una serie di Re e Regine per i quali siamo solo numeri, forza lavoro, potere di acquisto.
E anche noi veniamo condizionati, irretiti, ipnotizzati, costretti ad agire per un “bene” superiore – il Dio PIL – illusi di poter diventare belli, ricchi e perfetti come le STAR che popolano gli schermi, e alla fine dopo aver compiuto una serie di devastazioni (più o meno consapevoli), veniamo rottamati quando smettiamo di servire il Sistema.
E la nostra Energia incarnata si disperde per sempre. 🙁
Mentre la nostra Identità ed “Eredità Digitale” resta on line sui Social Media congelata in vetrine virtuali e asservita alla Collettività…
Ma quello che mi rattrista di più non è questo.
Quello che mi dispiace è che nei primi anni ’90 la Rete è stata accolta come strumento di indipendenza dal Sistema… (E potrei quasi dire “io c’ero”, visto che la mia tesi di Laurea l’ho scritta ancora su una Video Scrittura Canon StarWriter nel 1994 e poco dopo abbiamo comprato il nostro primo Tower PC che era gigantesco! 🙂 )
Come scrive nostalgicamente Umair Haque, scrittore ed economista: “Un tempo internet rappresentava una grande promessa, forse la più grande promessa di tutte: essere il faro che guida ogni persona verso la sua giusta destinazione.”
Quando parlo di Rete mi riferisco al World Wide Web: nata libera come strumento di ricerca, oggi questa stessa Rete è venduta a trance, nuovamente asservita al Sistema, grazie a dei geniali – piccoli ma anche pervasivi, onnipresenti e subdoli – dispositivi.
Parafrasando una nota campagna animalista contro il circo, anche della Rete si potrebbe dire: “Nata libera, prigioniera a vita in uno Smartphone.“
Dispositivi con cui puoi navigare agilmente solo sui siti di Social Networking, regno indiscusso di pulsantoni, immagini superficiali e slogan a effetto. Dispositivi che da oggi in poi chiamerò Nanosonde.
Sono esagerata? Non credo.
Fintanto che l’attacco rimbambente pubblicitario avveniva attraverso TV, Cinema e Videogiochi, era possibile pararne i colpi.
Fintanto che l’attacco avveniva tramite il computer, potevi sempre navigare da un sito all’altro alla ricerca di informazioni indipendenti…
Ma ora la tecnologia è così portatile, sta nella tasca dei jeans, quando non sul cuore, direi che è quasi sottocutanea…
Oggi i siti di Social Networking sembrano in combutta con le Nanosonde per invadere le menti umane 24 ore al giorno e impedire una vera Comunicazione.
Non è un mistero per nessun Autore web della vecchia guardia come noi che le interazioni di qualità siano scemate paurosamente negli ultimi anni. Non si commenta, non si risponde, non si interagisce quasi più su Blog e Forum…
Ci hai fatto caso? Si preferiscono i siti bacheca, dove interagire comodamente senza tastiere, con stereotipate emoticons, onomatopee da fumetto e video pseudo-demenziali.
Le email sono state surclassate dai Messangers istantanei…
Perfino le telefonate non sono più di moda: adesso si comunica prevalentemente con messaggi vocali asincroni, tipo Walkie Talkie! 🙁
Siamo sommersi da un flusso incessante di spazzatura multimediale che stressa, inquina e obnubila anche le menti più intelligenti, rubando loro l’innocenza e assimilandole al suo gioco: bloccare l’evoluzione degli individui portando avanti gli interessi di una Collettività fondata su valori egoistici e distruttivi.
Pochi sono gli esempi virtuosi che sfuggono a questo schema.
Pochi i siti che non si vendano al miglior offerente pubblicitario, non importa che parlino di sana nutrizione o di ambiente, c’è sempre posto per un’azienda di junk food o una petrolchimica, basta che paghino.
Pochi i siti che non rimpastino articoli scopiazzati qua e là, non-luoghi multimediali senza anima con titoloni creati ad hoc affinché rimbalzino impazziti sui siti bacheca portando click alle loro pubblicità Adwords.
Tanto la maggior parte delle persone non legge più.
Non ci riesce.
Lo schermo è troppo piccolo.
Si vedono solo le immagini e i titoli.
Dunque cui prodest?
E’ il nefasto predominio del Fast Web sullo Slow Web. Ho chiamato questo fenomeno già da qualche anno “SCOMUNICAZIONE CELLULARE”.
A breve vediamo meglio perché…
Ci si illude di potersi togliere l’impianto cibernetico quando si vuole, ma… Come nella classica Sindrome di Stoccolma, si finisce per innamorarsi del proprio Carceriere!
Diciamoci la verità (…)
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