“Quando si semina c’è sempre un raccolto (anche se non sei Rossella O’Hara)” è un breve estratto video dal mio ultimo corso “1000 MOTIVI PER AUTOPRODURRE IL TUO CIBO”
Come trainer di Autodifesa Alimentare e di Orto Urbano Rialzato mi sembrava doveroso, tantopiù in occasione del primo Mercatino Resistente Arcapacis di Primavera, offrire un corso sull’autosufficienza alimentare.
E così ho fatto. Domenica 24 Marzo (alla 18a edizione del nostro evento comunitario non profit a Roma.)
Come dico sempre…
Imparare a far nascere e crescere cibo sano è unodegli atti più ribelli per difendersi da questo continuo assalto programmato alla LIBERTA’ e alla VITA.
Ecco l’estratto dal corso…
Il VIDEO CORSO COMPLETO, della durata di 57 minuti…
presenta le 2 ragioni che bastano e avanzano per imparare a coltivare il proprio cibo, argomenta altri 33 validi motivi (se non fossi abbastanza convinto) per iniziare a coltivare il proprio cibo, offre qua e là ottimi consigli per farti innamorare dell’avventura ortesca, smonta le 5 scuse più comuni che ti impediscono di fare l’orto (sì, anche la mancanza di tempo!), mostra in anteprima il mini prototipo del COMPOST-ORTO AUTOFERTILE verticale (che ti permette di coltivare senza alcun tipo di chimica in 1 metro quadrato con la resa effettiva di 5 metri quadrati).
Questo Corso è RISERVATO agli AMICI ARCAPACIS. Il video corso 1000 MOTIVI PER AUTOPRODURRE IL TUO CIBO sarà inviato in regalo via mail il giorno 16 Aprile 2024 a tutti gli iscritti all’abbonamento “AMICI ARCAPACIS” che aiutano a salvare questo evento comunitario non profit.
Se leggi questo articolo dopo il 15 Aprile, e non hai fatto in tempo a iscriverti, potrai acquistare il corso 1000 MOTIVI PER AUTOPRODURRE IL TUO CIBO sulla pagina ARCAPACIS SHOP, cliccando qui.
Se non sei ancora iscritto a AMICI ARCAPACIS, ti segnalo che con un piccolissimo contributo mensile riceverai in REGALO i nostri migliori corsi dal palco (e ti guadagni una fetta di Paradiso )
In occasione del 4° Mercatino Resistente Arcapacis (Roma, 23 Ottobre 2022), ho deciso di offrire un mini-corso sul Consumo Consapevole, presentando dal vivo la Trovarchia.
La Trovarchia è uno strumento per guidare le persone verso decisioni di acquisto più sane, intelligenti, etiche, ecologiche.
Ho ideato la Trovarchia nel 2016 (in occasione del Corso Diversamente Ricchi Live a Fuerteventura) e poi l’ho inserita all’interno del mio manuale Sostenibilità Personale nel 2018.
Visto che da allora anche noi – che già eravamo un bel po’ fuori dal Sistema – abbiamo dovuto brutalmente aprire gli occhi sugli intenti tragicamente degenerati delle élite, ho deciso di presentare una versione post PLANdemica della Trovarchia.
Per l’occasione ho anche realizzato una Trovarchia fisica – fatta a mano in cartone riciclato e feltro – che ho illustrato dal palco…
E alla fine del corso ho offerto un ebook in regalo ai presenti, in modo che potessero ripercorrere le tappe fondamentali del discorso, o meglio i10 passi da fare prima di comprare…
Ecco, visto che si avvicina Natale, voglio estendere il regalo anche a te…
Con la speranza che possa essere utile per affrontare questa ricorrenza con il giusto spirito…
PS. 1 Questo articolo è stato pubblicato anche sul Sito I FEEL GOOD, dato che in questo blog non puoi lasciarmi messaggi, se vuoi puoi scrivermi lì per farmi sapere se ti è piaciuto l’Ebook (clicca qui)! 😉
La maggior parte degli oggetti si insinuano nelle nostre vite mascherati suppostamente(scusami l’avverbio desueto ma il doppio senso – anche se un po’ volgare – ci sta tutto) da invenzioni comode. Indispensabili. Impensabile farne a meno. Diventi un paria, un emarginato, quasi un troglodita se non le usi anche tu. Se non ti assoggetti all’ultimo ritrovato del mercato. Devi averlo e basta.
“E’ un must!” (Ovviamente è quello che vogliono farti credere, ma te ne puoi tranquillamente fregare! 😉 )
Insomma, se guardi il vocabolario, tra “comodo” e “indispensabile” c’è una gran bella differenza!
E quasi nessuno ricorda che magari, solo pochi anni prima, quelle comodità non esistevano e vivevamo tutti lo stesso molto comodamente. L’ultima pandemia sta dimostrando che non siamo affatto resilienti perché abbiamo sacrificato le funzioni basiche della nostra società in cambio di lussi e comodità. E che non sarà per niente facile riappropriarsi di quelle funzioni in tempi brevi…
E’ con questa scusa della comodità – che sembra innocua, ma poi diventa quasi una droga – che stiamo scivolando in un vergognoso tecnocapitalismo di sorveglianza.
Grazie a dispositivi multimediali che ci controllano 24 ore su 24, spiando i nostri gusti, i nostri acquisti, i nostri spostamenti, le nostre parole, i nostri gesti…
Oggi siamo sempre più target di mercato, ci possono inviare pubblicità ad hoc per farci desiderare merci in linea con i nostri valori, e – ancora più grave – possono manipolare il nostro consenso politico tramite pseudo-amici e fake-news.
Ed è solo l’inizio, perché tra Assistenti Virtuali e Internet delle cose, con tutti gli elettrodomestici di casa comandati a distanza e collegati ad App in rete, non avremo più un minimo di intimità. Rischiamo di diventare davvero schiavi spalmati sui divani in attesa della pappa pronta, di “film consigliati” che ci pilotano e di input che ci controllano. A breve, magari con la scusa di monitorare h24 la nostra salute, prevenire le malattie, seguire l’evoluzione di epidemie o restare in collegamento con strutture sanitarie, indosseremo orologi smart, o chip sottopelle (come già imposto agli animali domestici), e via… E probabilmente chi non si assoggetterà a queste nuove misure di prevenzione vedrà via via sfumare i propri diritti fondamentali.
Ma… E la privacy? Antiquata!
La libertà? Sopravvalutata!
Oggi comanda sovrana la (pretestuosa) comodità.
Non sono una luddista, sia chiaro, anche a me piace un telecomando per regolare la temperatura senza alzarmi… Ma quando le comodità diventano invasive o lesive della mia autonomia (perché alla fine non sappiamo più fare nienteda soli e le abilità che non utilizziamo si dimenticano o si atrofizzano) non mi sta più tanto bene.
Delegare, soprattutto se a delle macchine, significa perdere il controllo.
E a chi mi risponde che preferisce avere le comodità e poi imparare a usare tutti questi dispositivi “con intelligenza”, rispondo che certe volte è impossibile. Semplicemente non puoi gestire il fatto che ti controllano, o che ti targettizzano, o che ti manipolano e ti inducono a sperderti dietro desideri ipnotici indotti. Vieni fagocitato e vendi l’Anima al Sistema in cambio della comodità. Perché gli smart sono loro, gli elettrodomestici, in mano alla grandi aziende di controllo, e i dump, gli stupidi, siamo noi.
(Se non lo hai visto, ti consiglio il film Wall-e, un delizioso film di Animazione di Pixar, che invita a riflettere sul significato della vita, in un universo di umani spiaggiati a premere pulsanti… Ne parlo qui.)
Ti faccio un esempio che ho visto in rete… non so neanche se sia il più adatto, ma mi è sembrato così assurdo che desidero condividerlo con te. Si tratta della pubblicità di un aspirapolvere “smart”, appunto, con un display che sembra pesantissimo sul manico (di cui francamente non vedo la “comodità”)… Ma le spiegazioni dicono:
“Integrazione di App intelligenti. Quando prendi PURE ONE S12, ti meriti un’esperienza di pulizia avanzata collegandoti all’App Tineco. L’App Tineco può tenere traccia delle tue pulizie e generare aggiornamenti e rapporti in tempo reale. È anche facile controllare i malfunzionamenti nell’App. Scarica e trova subito più funzionalità dell’App!”
Ma davvero qualcuno ha necessità di fare “rapporti in tempo reale” delle pulizie fatte? Di quanti minuti ha utilizzato l’aspirapolvere? Di quanto era sporca la casa? 😉 E il fatto che scaricando l’App si possano trovare subito più funzionalità, come fosse la favolosa grotta del tesoro di Alì Babà? Ma la gente non ha qualcosa di meglio da fare che esplorare le App della sua scopa elettrica? Con un costo di 599 Euro per un aspirapolvere intelligente, mi chiedo: ma chi è il più smart qui?
Queste super-dotazioni esterne, questi outsourcing di intelligenza, rischiano di farci diventare meno dotati intellettualmente. E di farci spendere un sacco di soldi inutili in aggeggi che non servono.
E poi, diciamocelo, come ben scrive Jasper Fforde: “La crescita fine a se stessa, è la filosofia del cancro.”
Insomma… A me certe comodità fanno sentire “incomoda”. Ergo, con me ¡No pasarán! 😉
Non voglio elettrodomestici che mi parlano, preferisco parlare con le persone vere…
Voglio elettrodomestici dump – stupidi – di quelli che si attivano meccanicamente, il più possibile semplici da riparare, che non rischino di lasciarmi fuori casa o bloccata in macchina perché una centralina elettronica va fuori uso… Non m’importa se sono meno comodi – ripeto – stavo già molto comoda anche 10 anni fa, senza Grande Fratello!
E non riapro l’argomento 5G perché andremmo fuori tema (se ti interessa c’è Scomunicazione Cellulare), però è chiaro che uno tsunami di radiofrequenze cancerogene, che abbassa ulteriormente le difese immunitarie, proprio non ci serve! 🙁
Ti dico tutto questo perché anche tu possa esercitare – davvero – liberamente il tuo Super Potere.
Ti ricordi di Lucy Van Pelt, sorella maggiore di Linus, onnipresente nelle strisce a fumetti Peanuts di Charles Schulz?
Lucy – 8 anni – invece della classica limonata, dispensa consiglipsichiatrici a 5 centesimi l’uno dietro un banchetto su cui troneggia la scritta “Psychiatric help – The Doctor is IN”! Non è che i suoi consigli siano particolarmente costruttivi, ma parlare fa sempre bene… (Dale Carnegie ci ha insegnato che a volte basta anche solo ascoltare con interesse per essere considerati ottimi conversatori! 😉 )
Bene… Mi son ricordata di Lucy grazie a Kate Schapira, attivista, poetessa e professoressa di Inglese, che dal 2014 si offre di parlare di crisi climatica nel parco della città di Providence, nel Rhode Island.
Ispirandosi alle strisce di Schultz, Kate ha realizzato un suo banchetto di legno con la scritta “Climate Anxiety Counsuling” accanto alla rivelatoria frase “The Doctor is IN”, dietro il quale offre consulenza per l’ansia climatica per la modica cifra di 5 centesimi, che devolve in beneficenza.
Questo tavolino informale, scanzonato e accessibile a tutti, che Kate ridipinge e tira fuori ogni Primavera, incoraggia le persone ad avvicinarsi e a parlare con lei.
Le risposte vengono poi documentate (in forma anonima) sul suo blog dove racconta le motivazioni che l’hanno spinta ad iniziare questa impresa: “Ho paura degli effetti dei cambiamenti climatici sul mondo che amo. Ho voluto scoprire se anche gli altri si sentivano così, per trovare un modo per parlarne insieme, e poter avere delle conversazioni utili che portino all’azione”. Come ti capisco, cara Kate!
Tutta questa storia mi ha davvero ispirata…
Prima che scoppiasse l’emergenza pandemia, già mi vedevo anche io al parco, questa Primavera, con il mio banchetto “The Doctor is IN”, sotto una quercia a Villa Borghese. Ahahahah! Ti immagino la reazione del tipico Vigile Urbano romano? 😉
Ovviamente tutto è cambiato, quanto meno a livello di percezione mediatica. 🙁
Kate non è andata al Parco, come nessuno di noi, dato che la supposta emergenza di CoVID-19 ha bloccato tante cose, prima fa tutte l’interazione sociale. Peccato! Anche perché gli argomenti di cui parlare sarebbero stati molteplici…
Nel frattempo, nella prima fase della quarantena (bloccata anche io in casa, stile Silvio Pellico “Le mie Prigioni”…) ho approfittato per concludere un libro illustrato sulla Sostenibilità.
SOSTENIBILITA’ PERSONALE Metti in azione il tuo Super Potere (380 pagine in 3 formati pdf – epub – azw3)
Suona bene, no? 😀
Era un po’ che volevo scrivere questo nuovo libro, ma mai come adesso credo ci sia davvero necessità di contattare il proprio Super Poteree poi cercare intorno a sé persone affini con cui entrare in azione, costruendo la propria sostenibilità e resilienza.
E non disegnando arcobaleni sulle finestre, perché questo non ci salverà da nessuna emergenza in arrivo… Ma prendendo in mano la situazione, informandosi sui canali giusti, ascoltando le voci fuori dal coro, cercando di capire cosa fa chi è già attivo, indirizzando il mercato, spendendo meglio le proprie risorse, risparmiando tempo e denaro, prendendosi la responsabilità di vivere la propria vita in modo etico ed equo.
E anche se fanno di tutto per farci sentire impotenti, metterci la museruola, bloccarci, isolarci, demotivarci, avvilirci, spaventarci… Chi non è d’accordo, ma – paradossalmente – anche chi è d’accordo, perché ovunque, a tutti i livelli, c’è sempre e solo una lotta per il potere…
Oggi come oggi la cosa più importante comprendere che ognuno di noi può fare la differenza nelle piccole-grandi scelte di ogni giorno (certo, c’è da capire cosa valga la pena fare, per investire le nostre energie su quello che davvero conta!), perché ognuno di noi ha un Super Potereda gestire, il cui controllo è ambitissimo dagli altri.
Questa del “Black Friday” è stata una settimana insopportabile!
Ho incontrato negozianti che, con occhi spiritati e la bava alla bocca, decantavano i loro maxi sconti e le loro offerte speciali. Neanche ascoltavano quello che chiedevi, appena possibile, infilavano nella conversazione l’argomento “Black Friday” tronfi di poter offrire alle loro prede uno sconto così goloso. Ma goloso per chi?
Il massimo è stato in un negozio di ottica. “Vuoi un occhiale da lettura? Niente paura, con il “Black Friday” puoi averne due!” Ma se manco hai la gradazione che mi serve!!! “Non c’è problema! Te ne prendi uno con una gradazione un poco più bassa e l’altro un poco più alta, così ne hai due, tanto con il “Black Friday” bla bla bla…” Roba da matti! Stessimo parlando di panini, stiamo parlando della salute degli occhi.
Ma con me caschi male, ogni volta che mi nomini il “Black Friday” mi convinci sempre meno. Ma che venditore sei se non sai leggere le micro espressioni di disgusto sul viso dei clienti? Non vedi che sto cercando il modo di andarmene al più presto?
Mi sento offesa, insultata nella mia intelligenza, aggredita sul lato etico, schiaffeggiata sul fronte morale, mentre con gli occhi della mente vedo nuvole fosche di CO2, foreste sventrate, mano d’opera sfruttata, animali agonizzanti, fiumi e laghi fosforescenti, discariche a cielo aperto.
Ma non ti rendi conto di quanto poco mi stai “servendo” e quanto invece cerchi di strumentalizzare la situazione per fare cassa e rifilarmi roba che non mi serve? 🙁
Ma c’è il “Black Friday”, la gente pur di portarsi via merce inutile che normalmente non avrebbe mai comprato, evidentemente lascia a casa il cervello. 🙁
Ma che caspita è questo “Black Friday” (letteralmente “Venerdì nero“) o il “Cyber Monday” e tutte le derivazioni sui generis?
Si tratta di giorni dedicati a celebrare il consumismo rampante, lo spreco, il superfluo. In effetti non è si tratta più di singolo giorno, ma oramai si parla di “Settimana del Black Friday“.
Ovviamente il “Black Friday” è una tradizione Americana, nata negli anni ’80.
Ma perché degli Americani ci dobbiamo prendere solo gli eccessi?
Come l’assurda festa di Halloween, altra festa importata di sana pianta nella sua veste più becera e gregaria, solo per farci spendere e spandere (assurda come la festeggiamo noi, senza alcun tipo di spiritualità… Mi piace molto invece il Día de los Muertos di tradizione messicana che almeno viene festeggiato ricordando i defunti e non andando a molestare i vicini di casa per ricevere dolcetti fosforescenti e cariogeni armati di inquinanti zucche di plastica. ) 🙁
Negli Stati Uniti, il “Black Friday” è il giorno successivo al Giornodel Ringraziamento, il Thanksgiving Day, una festa Calvinista che si celebra il quarto giovedì di Novembre.
Il Ringraziamento è una cosa seria (almeno dovrebbe!)
Si festeggia nell’America del Nord dal lontano 1621, quando i Padri Pellegrini, fuggiti dall’Europa per poter essere liberi di professare la loro fede Cristiana Calvinista nel Nuovo Mondo, arrivando a bordo della Mayflower dopo una traversata pericolosa che li decimò, decisero di dedicare una giornata per rendere grazie per i doni ricevuti.
Il primo “Black Friday” fu lanciato dai celebri Magazzini “Macy’s” per celebrare il Thanksgiving Day e ad oggi – dopo 40 anni – Macy’s continua la tradizione organizzando una parata (super sponsorizzata, ovviamente!) che non ha niente a che invidiare al Carnevale di Rio De Janeiro.
Sorvolando sul povero tacchino, animale all’epoca selvatico che sfamò i Padri Pellegrini e oggi piatto tradizionale del Thanksgiving Day massacrato in circa 40 milioni di esemplari ogni anno(anche se ad oggi – non dovendo più fare di necessità virtù – si potrebbero fare scelte altrettanto simboliche ma cruelty free!)…
Collegare una festa con dei regali non è una idea stupida, commercialmente parlando…
Ma una cosa è che venga proposta dai commercianti, l’altra – ben diversa – che sia accolta passivamente dai consumatori.
E che legame ci sia tra il Ringraziamentoe l’acquisto sfrenato, non si sa…
Sì, forse il Calvinismo che connette il successo economico e la realizzazione spirituale, giustifica una certa visione consumistica (comunque gravemente distorta e terribilmente miope perché non c’è niente degli insegnamenti di Cristo nella distruzione delle risorse e nello sfruttamento della vita), ma noi che c’entriamo?
Noi Italiani, di fede cattolica, che abbiamo in casa un Papa che nella sua Enciclica “Laudato sì“ 2015 stranamente scrisse anche di Ecologia e di Cura della casa comune, dovremmo avere una visione diversa…
Dal momento che il mercato tende a creare un meccanismo consumistico compulsivo per piazzare i suoi prodotti, le persone finiscono con l’essere travolte dal vortice degli acquisti e delle spese superflue. Il consumismo ossessivo è il riflesso soggettivo del paradigma tecno-economico. (…)
Tale paradigma fa credere a tutti che sono liberi finché conservano una pretesa libertà di consumare, quando in realtà coloro che possiedono la libertà sono quelli che fanno parte della minoranza che detiene il potere economico e finanziario.
In questa confusione, l’umanità postmoderna non ha trovato una nuova comprensione di sé stessa che possa orientarla, e questa mancanza di identità si vive con angoscia. Abbiamo troppi mezzi per scarsi e rachitici fini.
O ancora…
Oggi il peccato si manifesta con tutta la sua forza di distruzione nelle guerre, nelle diverse forme di violenza e maltrattamento, nell’abbandono dei più fragili, negli attacchi contro la natura.
Davvero, non è proprio da me parlare di religione (anche perché ci sono troppi demoni mascherati da santi, e ogni messaggio positivo può essere stravisato e usato per manipolare, basta vedere cosa è stato fatto dalla stessa Chiesa al messaggio originale del Cristo!), ma questa Enciclica parrebbe ricordare che se distruggi la Casa Comune, se distruggi Madre Terra, fai peccato, un peccato – sostiene il Papa – da cui poi confessarsi.
E comunque – possiamo dirlo in altro modo – stai creando Karma.
“Ma cosa caspita c’entra il peccato, il Karma, con il Black Friday?” Mi chiederai…
Acquistando cose superflue senza preoccuparci dei costi reali che ci sono dietro, noi diventiamo mandanti di devastazione, sfruttamento, ingiustizia, uccisioni. Noi creiamo la DOMANDA che permette ad altri di depredare il Bene Comune.
Siamo distruggendo, anzi, stiamo auto-distruggendo il nostro Parco Giochi, quello in cui la nostra Anima – vita dopo vita – sta facendo esperienza del bene e del male per imparare, evolvere, servire.
Dimmi tu se non è un vero peccato!
Ad ogni modo, mettiamola così: non sarebbe più etico “ringraziare” con un giorno di astinenza all’acquisto, per salvare il Pianeta dalla barbarie dello sperpero, del consumo?
O magari non sarebbe più etico “ringraziare” con un giorno dedicato alla Beneficenza per aiutare i più deboli che sono rimasti schiacciati dalle spire del Neo-Colonialismo? (In effetti esiste un timido “Giving Tuesday“, il martedì successivo al “Black Friday” e al “Cyber Monday”, che mi è stato segnalato via mail da Agire Ora e da Action Aid!)
(Apriamo e chiudiamo questa pietosa parentesi: è assolutamente una domanda retorica, dato che si avvicina il Natale, festa in cui monta la frenesia dello sperpero, ricorrenza religiosa in cui questa annosa domanda avrebbe ancora più senso! Evitiamo inutili spargimenti di parole… )
Insomma, il “Black Friday” apre il Vaso di Pandora del Consumo Invernale, è una giornata che per tradizione dà il via alla follia degli acquisti Natalizi.
Follia che si vede nelle file che la gente fa fuori dei negozi, accampandosi per dormire lì tutta la notte per essere pronti ad entrare correndo per comprare belando tutto quello che viene messo loro davanti.
Ancora, soffermiamoci sul termine “black“, cioè nero, affibbiato al “Black Friday”.
Nero per il traffico che riempie di nubi nere tossiche le strade? (Questa settimana anche per le strade di Roma non si riusciva a respirare!) O nero per i libri contabili che si riempiono di cifre nere e non più in rosso, colore della perdita. O neroper il petrolio che sostiene il consumismo sfrenato e sta riempiendo il Pianeta di CO2?
Poco importa.
Quello che importa è che regna sovrana un’ipnosi collettiva che spinge all’acquisto indiscriminato di beni e servizi.
Così fan tutti. La riprova socialeè un Autoinganno potente.
Hanno fatto il “Black Friday” anche sulle casse da morto “Paghi oggi e muori quando vuoi!” Ma ci rendiamo conto?
Per non parlare delle promozioni web!
Qui in Redazione abbiamo avuto le caselle email intasate da promozioni che declinavano in tutti i modi possibili il “Black Friday”, alcune squallidissime, altre più creative… Ma nessuno che abbia sollevato un minimo dubbio sull’esigenza reale di questa ricorrenza.
Questa ipnosi all’acquisto con la scusa del “Black Friday” non fa fare una bella figura ai professionisti, alle aziende, ai negozianti…
Ogni volta che ci spremono per farci cacciare soldi per cose inutili, ci stanno cavando il sangue, ci stanno succhiando tempo di vita, tempo che passiamo a lavorare per comprare, sprecare, sfruttare, buttare, inquinare, e poi lavorare ancora per comprare…
Non è solo per quello che ci fanno fare, ma è per come ci fanno vivere!
Ci stanno ingabbiando in una prigione dorata sempre più insostenibile, prigione dove non possiamo fare altro che correre su una Ruota del Topo impazzita, in un carosello senza fine che non ci rende né più felici, né più realizzati.
Una prigione destinata a rimpicciolirsi sempre di più, perché gli schiavi non sono mai liberi e prima o poi ne pagheremo le conseguenze…
Quello che hai comprato durante il “Black Friday” ti serviva davvero? E quanto ti è costato, davvero? E quanto è costato al Pianeta? Quante risorse ha sfruttato, quanta sofferenza ha causato? E quanto costerà in futuro quando lo butterai in discarica?
Ma perché nessuno parla della “Make Something Week” promossa da Greenpeaceper rispondere allo sperpero del “Black Friday” e del consumismo natalizio in genere?
Una settimana mondiale di 300 eventi gratuiti che si terrà in 40 paesi dal 23 novembre al 2 dicembre 2018, per “fare qualcosa” contro lo spreco insegnando a fare invece che comprare.
Perché le alternative all’acquisto automatico ci sono: si può riparare, riutilizzare, riciclare, dare una seconda vita a oggetti ancora utili, liberando la creatività personale contro l’omologazione della paccottiglia e della plastica Made in China & dintorni.
Stiamo letteralmente svendendo il Pianeta, eventi come il Black Friday non fanno altro che incentivare le persone ad acquistare oggetti che resteranno nelle nostre vite soltanto per pochi minuti, ma che danneggeranno il Pianeta per secoli. Siamo stati indotti a pensare che la felicità provenga da ciò che compriamo, ma non è così: let’s make something, facciamo qualcosa!
Perché altra plastica è “Il regalo che il pianeta non vuole!”
Così come questo sperpero di risorse e energie male indirizzate da una mancanza di consapevolezza.
Pace & Amore (e basta bulimia consumistica!)
Viviana Taccione Autrice, Trainer & Downshifter [Articolo pubblicato anche in www.ifeelgood.it]