Chissà perché a Pasqua si regalano le Uova di Pasqua, uova sottili di cioccolato di dubbia qualità, piene di aria (fritta) e sorpresine deludenti, inguainate in seducenti incarti più o meno tossici, e vendute e a prezzi esorbitanti.
Finiamo per pagare dai 10 ai 30 euro delle uova che contengono tanto cioccolato quanto una tavoletta da 2-3 euro.
Ma sull’intelligenza dei consumatori – selettiva sotto le feste comandate dalla Santa Pubblicità e dal Dio Marketing – attratti come novelle gazze ladre da sorpresine colorate e spinti dalla pressione sociale, è inutile insistere.
Ognuno è padrone di buttare i suoi soldi come vuole, nell’attesa di diventare responsabile e spendere bene il proprio denaro, in modo etico, affinché la Legge del Karma (o chi per lei) non intervenga dolorosamente…
Però una cosa mi preme dire…
Con i soldi delle uova di cioccolata si sostiene un commercio iniquo fatto da speculatori, torturatori e schiavisti…
Sarò all’antica, ma soprattutto in questi tempi in cui – se vuoi cercare la verità – le brutte notizie prima o poi vengono sempre alla luce, tutti dovrebbero sapere che il cioccolato è uno dei cibi più “cattivi” del mondo, inadatto a una Pasqua di Pace e risurrezione, tanto meno come dono simbolico.
Ma si sa, sui Social media girano più volentieri i coniglietti Pasquali con smielati auguri, che le notizie davvero importanti.
Perché mai il cioccolato è un cibo “cattivo”?
Non voglio soffermarmi adesso sul contenuto nutrizionale del cioccolato così come viene lavorato (tanto più che ai bambini piace al latte, almeno gli piacesse fondente, raw e privo di ulteriori schifezze)…
Ma voglio parlare del commercio del cioccolato e dei bambini schiavizzati nelle piantagioni.
Perché il Cacao piace solo ai bambini di metà del mondo, la parte ricca.
Parte ricca che festeggia togliendosi i suoi capricci inconsapevole (ma la maggior parte delle volte noncurante) di quanto accade intorno a lei. E questo se può essere giustificabile per un bambino, non può essere tollerato da un adulto hecho y derecho.
Ti racconto una storia.
Nel 2001 l’Associazione che raggruppa i produttori di cioccolato – la Chocolate Manufacturers Association – ha stipulato un protocollo “Harkin–Engel Protocol” o “Cocoa Protocol” per escludere il lavoro minorile e il commercio dei bambini entro il 2008.
Il Cocoa Protocol già dal 2001 dichiarava l’uso dei bambini schiavi nelle piantagioni di Cacao!
Cioè non solo avevano ammesso che permettevano il traffico dei minori nelle piantagioni di cacao, ma hanno anche sottoscritto che per i prossimi 7 anni nulla sarebbe cambiato! In pratica aspettavano che i bambini diventassero maggiorenni?!
Oggi siamo nel 2024 e pare che molte cose siano rimaste uguali…
Il traffico degli schiavi bambini tutt’ora sopravvive nel 70% delle piantagioni di Cacao, e la data per eliminare lo sfruttamento degli schiavi bambini è slittata al 2008, poi al 2010, poi al 2020. Adesso pensano di rispettare gli impegni entro il 2025!
Ma stiamo scherzando? 😯
E per quale motivo non dovrebbe slittare di nuovo?
E meno male che nella Agenda 2030 si dichiara di voler estirpare il problema del lavoro minorile (un’Agenda ipocrita scritta da un’élite mefistofelica di eugenisti che vogliono estirpare noi alla radice, ne ho parlato in AGENDA 2030: SVELIAMO L’INGANNO).
La realtà è che se ne fregano allegramente della vita umana, e più passa il tempo – tra stragi vaccinali, guerre e genocidi che restano impuni – e meno le multinazionali, filantropiche solo di facciata, rispettano le regole. 😯
Quando pensavo al lavoro minorile oggi nel XXI secolo, immaginavo – forte delle mie edificanti letture dei romanzieri Vittoriani Inglesi come Charles Dickens e speranzosa in un mondo migliore – un bambino svegliato all’alba dai genitori e mandato a lavorare, che la sera torna a casa. O anche una mamma che con le figlie va nella fabbrica a cucire… (E già così sarebbe tremendo)…
Ma non immaginavo minimamente una situazione tipo una tratta degli schiavi del XVI e il XIX secolo ancora esistente al giorno d’oggi: bambini venduti e mandati clandestinamente in Costa D’Avorio per lavorare, alcuni rapiti direttamente dai trafficanti, altri convinti con un sacco di bugie, e in tutto questo le milizie locali che collaborano con le aziende… 🙁
Sapete quanto vale un bambino schiavo del Burkina Faso?
230 Euro, trasporto incluso e utilizzo a tempo indefinito nelle piantagioni di cacao. 🙁
Questi bambini non ricevono quasi mai un soldo per il loro lavoro (anche se vengono attirati nelle piantagioni con l’illusione di guadagnare e mandare denaro alle famiglie). Molti cercano di scappare e vengono maltrattati. Le condizioni di lavoro e soggiorno poi, la mancanza di igiene, di educazione, neanche immaginarselo.
Da vedere questo VIDEO di denuncia THE DARK SIDE OF THE CHOCOLATE – Il Lato Oscuro del Cioccolato che realizzato – in modo quasi delicato, incredulo e basito, e senza mai far vedere scene violente – ci aiuta a prendere coscienza del problema.
Pazzesco rendersi conto che nonostante ogni evidenza i politici e gli industriali del cacao neghino impunemente le loro responsabilità, trincerati nei loro comodi uffici… Vergognoso.
Ma l’inchiesta parla da sola.
Ecco perché scegliere SOLO cacao proveniente dal commercio bio equo e solidale.
Altrimenti, se facciamo finta di niente, continueremo anche noi ad essere mandanti di tutto questo.
Altrimenti, se facciamo finta di niente, continueremo anche noi a premiare queste aziende vergognose con i nostri soldi.
E a parte che il bio-equo-solidale è anche una scelta per la salute di noi consumatori finali, se non facciamo qualcosa nel nostro piccolo e nel nostro circolo di influenza…
Il cacao continuerà a piacere solo ai bambini di metà del mondo, la parte “fortunata” che lo riceve come merenda a scuola, e non la parte che viene venduta per andare a lavorare nelle piantagioni.
Passiamo a nomi e cognomi. Ecco i principali 7 marchi che utilizzano cacao proveniente dal lavoro schiavo infantile…
Hershey, Mars, Nestlè, ADM Cocoa, Godiva, Fowler’s Chocolate, Kraft
Non so in che ordine è stato redatto questo elenco, ma ci trovi il nome della prima multinazionale alimentare al mondo, la Nestlè, che avrebbe tutto il potere per cambiare la situazione e se ne frega allegramente e per questo andrebbe altrettanto allegramente da noi boicottata (ricordando anche tutti i sottomarchi del gruppo come Buitoni, Maggi, After Eight, Kit Kat, Smarties, Perugina, Polo, Galak, Lion, Quality Street, Fruttolo, Mio, Acqua Vera, Acqua Panna etc…)
Perché chi non è etico in un aspetto difficilmente lo sarà in tutti gli altri: schiavizzano bambini? E allora cosa pensi ti mettano nel piatto?
Quindi anche se non ti importa niente degli schiavi bambini o se non mangi mai cioccolata, ricorda che così come un’azienda non si fa problemi a maltrattare degli innocenti, probabilmente non si fa problemi a commercializzare prodotti di scarsa qualità, o a vendere latte in povere alle madri del terzo mondo disincentivando l’allattamento al seno, o a deforestare intere zone distruggendo la biodiversità, o a rubare l’acqua potabile nelle aree a rischio desertificazione, e chissà quanto altro ancora per il “sommo bene” dei loro azionisti… 🙁 )
Tornano all’argomento cacao, non c’è bisogno che memorizzi i nomi di queste aziende.
Ti basti avere piena consapevolezza di questo…
Tutti i prodotti provenienti dal terzo mondo, come cacao, caffè, zucchero, frutta esotica – se non trovi in etichetta scritto fair trade – sono prodotti dello schiavismo, minorile o meno…
Perché nel Sud del Mondo i diritti umani non sono quasi mai rispettati e – grazie a noi ricchi e potenti che saccheggiamo e deprediamo invece di aiutare – c’è talmente tanta povertà che è facile trovarsi in situazioni disperate.
Quindi, a meno che non consoci personalmente delle associazioni di Giusti che hanno la missione di aiutare gli altri…
Quando compri un prodotto che viene dall’estero extra UE controlla che abbia sulla confezione il MARCHIO FAIR TRADE per poterlo acquistare senza rimorsi di coscienza. Perché se i lavoratori fossero ben pagati e i loro diritti rispettati, stai pur certo, che ci sarebbe scritto.
Ecco i principali marchi Fair Trade (anche qui non starebbe male fare un controllo):
Che cosa possiamo fare a Pasqua?
A parte qualche prezioso uovo di AltroMercato, bio equo e solidale, davvero ma davvero buono, quando proprio desidero regalare un uovo simbolico…
Io a Pasqua regalo tavolette di cioccolata fondente bio, equo e solidale con una sorpresa scelta con cura – solitamente un libro, il regalo più intelligente che si possa fare a un bambino – e impacchettata insieme. Unisco il tutto con un bel nastro di cotone colorato e via! 🙂
E ti assicuro che mentre le uova di Pasqua tradizionali vengono aperte e lasciate lì, a pezzetti nei loro involucri accartocciati, mentre i bambini schizzano impazziti da tutte le parti drogati di zucchero, le mie tavolette bio equo e solidali (che hanno un’altra consistenza e un altro sapore) vengono contese tra i commensali!
Si vede dall’involucro che sono speciali. Ma soprattutto si sente, perché hanno delle vibrazioni buone, dove il peccato di gola viene compensato dal gesto di consapevolezza etica, ecologica, solidale (vedi Total Detox 😉 ).
E poi mentre a fine giornata le sorpresine di plastica si sono già rotte, un libro è per sempre.
Che cosa possiamo fare durante il resto dell’anno?
Ma visto che la Pasqua è una volta all’anno e restano 364 giorni di bagordi cioccolitici…
Sono sempre attenta a comprare sempre solo cioccolata fondente bio, equo e solidale tutto l’anno, evitando il più possibile prodotti al cioccolato come biscotti, dolci, gelati confezionati che contengano il cioccolato “cattivo”…
Si può sempre aggiungere un bel quadratino di cioccolato buono a qualsiasi cosa.
E due belle fette di pane di grani antichi e pasta madre con dentro qualche quadretto di cioccolato buono, battono in sapore, consistenza e soddisfazione qualsiasi insulsa spalmabile zeppa di disgustoso olio di palma! 😉
Possiamo tutti agire spargendo voce e diffondendo questo messaggio. Poi dando il buon esempio.
Comprare, utilizzare, regalare e fare assaggiare agli amici, parenti e conoscenti solo tavolette di cioccolato biologiche e del Commercio Equo e solidale.
Ancora meglio…
Sostenere progetti di sviluppo come FAIRAFRIC, che produce integralmente in Africa con mano d’opera adulta e ben pagata, riforestando e provvedendo a programmi di sostegno educativi per le famiglie, il cioccolato più “buono” del mondo.
Ho partecipato nel 2016 al loro primo crowdfuding, tramite Kickstarter, e ricevendo a casa tante buone tavolette di cioccolato… E poi hanno iniziato a trasformare tutta la produzione in ORGANIC, cioè biologica.
Perché come dice Leonardo Di Paola, “il benessere va sempre in un’unica direzione” e non si può essere buoni a metà.
Cerca il Fair Trade che è anche biologico. Per non obbligare nessuno a lavorare con pesticidi e a distruggere Madre Terra.
Vuoi sapere qual è la mia cioccolata preferita?
Ultimamente noi andiamo matti per OTTO CHOCHOLATE, un’azienda giovane di Genova che produce ottima cioccolata fondente, fair trade, bio, anche in versione senza zucchero. Ne compriamo direttamente dall’azienda un paio di volte all’anno come GAS Gruppo di Acquisto, e ne facciamo una gran bella scorta.
E un paio di quadratini al giorno di cioccolata fondente – 3 volte buona – non me la toglie nessuno!
Pace & Amore!
🙂
Viviana Taccione
[PS: questo articolo è stato pubblicato anche sul blog di Autodifesa Alimentare, progetto fondato nel 2007 insieme a Leonardo di Paola. Se vuoi lasciare un messaggio puoi farlo qui.]